In forte crescita il mercato del Data Management e Analytics
Nel 2022 il mercato Data Management e Analytics raggiungerà i 2,41 miliardi di euro, +20% rispetto al 2021. Una crescita trainata soprattutto dalla componente software, mentre la spesa in risorse infrastrutturali cresce in maniera meno sostenuta, al di sotto della media del mercato. Un buon andamento che coinvolge tutti i settori merceologici ma, in controtendenza con gli anni precedenti, sono GDO/Retail, Pubblica Amministrazione e Sanità i comparti che segnano la crescita più marcata.
Sono questi i risultati della ricerca dell'Osservatorio Big Data & Business Analytics della School of Management del Politecnico di Milano, presentata durante il convegno “Data-driven culture: connettere algoritmi e persone”.
Nelle grandi aziende permane la difficoltà nell’inserimento di ruoli professionali specializzati su gestione e analisi dei dati:il 49% dichiara di aver introdotto almeno un Data Scientist, il 76% un Data Analyst e il 59% un Data Engineer. Inoltre, il 66% delle grandi realtà dichiara di aver sperimentato tempi di recruiting più lunghi e circa il 40% tassi di turnover più elevati. Sul fronte delle PMI, il 55% dichiara di aver portato avanti investimenti in ambito Data Management & Analytics o prevede di farlo entro fine anno. Percentuale in crescita rispetto al 2021, ma che non mostra importanti accelerazioni rispetto a quanto registrato negli ultimi tre anni. Inoltre,quattro aziende su dieci non hanno alcuna figura dedicata, neanche parzialmente, all’analisi dei dati.
La ricerca 2022 ha costruito un indice di maturità complessivo comprensivo di tre ambiti: Data Management & Architecture, Business Intelligence e Descriptive Analytics e Data Science.
È possibile definire “avanzate” il 15% delle grandi imprese. Ma anche per queste ci sono ampi margini di miglioramento, come l’inserimento di figure executive a capo della strategia di valorizzazione dei dati o la capacità di valutare i dati come asset, in grado di porsi alla base di nuove forme di collaborazione extra-aziendali.
Le aziende intraprendenti sono realtà che hanno già sviluppato una buona esperienza con gli Advanced Analytics ma lamentano alcune carenze lato gestione e governo dell’intero patrimonio informativo. Le prudenti sono organizzazioni che hanno approcciato in maniera parziale o stanno per approcciare l’utilizzo della Data Science, ma hanno una buona gestione e qualità dei dati a disposizione. In entrambe le situazioni ci sono benefici e rischi, che i decisori aziendali dovranno essere in grado di riconoscere. Infine, per le aziende immature o ai primi passi, la priorità rimane il consolidamento dell’attività di Business Intelligence, ossia il completo superamento dell’utilizzo di fogli elettronici e l’introduzione pervasiva di strumenti di Data Visualization& Reporting avanzati.
Negli ambiti della Business Intelligence e Descriptive Analytics le grandi organizzazioni sono a buon punto. L’83% dichiara la presenza di competenze e il 69% sfrutta strumenti di Data Visualization avanzati. Nonostante questo, solo quattro aziende su dieci testimoniano un alto livello di pervasività nell’utilizzo dei dati nei processi decisionali. Sul fronte della Data Science, prosegue la crescita delle organizzazioni che hanno avviato almeno una sperimentazione in ambito Advanced Analytics. Tra queste, una su due dichiara un numero di progetti superiore al 2021. Le funzioni in cui la Data Science trova maggiore applicazione sono Marketing, Vendite, e Produzione. Contesti in cui risulta più semplice valorizzare in termini economici i risultati portati dalle singole progettualità.
Così come già evidenziato negli scorsi anni, permangono importanti differenze tra il livello di maturità delle medie e piccole imprese. Le imprese di medie dimensioni hanno un livello medio di adozione delle tecnologie più alto delle piccole. Inoltre, solo un terzo dichiara di non avere personale dedicato all’analisi dei dati. La forbice tra piccole e medie registra comunque leggeri segnali di riduzione rispetto agli scorsi anni. Le piccole e medie imprese che hanno figure interne si affidano spesso anche a consulenti esterni, prevalentemente in maniera spot su specifici progetti.
Quest’anno l’Osservatorio ha condotto, in collaborazione con BVA Doxa, una rilevazione rivolta ai lavoratori non specialisti dell’analisi dei dati delle aziende con più di 10 addetti. Tra questi, il 60% dei manager dichiara di visualizzare almeno una volta a settimana report di sintesi sulle aree di propria competenza. La diffusione della Data Literacy oltre le figure specializzate non è dunque marginale ma è un’evoluzione fondamentale per connettere algoritmi e persone. Considerando tutti i lavoratori, si scopre come, in media, i lavoratori italiani abbiano competenze appena sufficienti per essere considerati alfabetizzati ai dati in relazione alla propria mansione lavorativa. Tuttavia, emergono limiti sulla conoscenza del patrimonio informativo aziendale e sull’interpretazione delle analisi predittive.
“Nonostante le difficoltà dello scenario globale, nel 2022 le imprese italiane continuano a mostrare grande interesse per gli Analytics - afferma Carlo Vercellis, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics -. Cresce la maturità delle organizzazioni verso una cultura data-science-driven e insieme il mercato, che ha lasciato alle spalle il periodo nero. Ma la sfida di chi ha avviato sperimentazioni o progetti di Advanced Analytics ora è quella dell’industrializzazione dei processi per garantire efficienza e governance dei dati in tutti i livelli”.
“La spesa delle aziende italiane è tornata stabilmente a crescere, ancor più velocemente per le realtà più in ritardo, mentre si consolidano i progetti delle aziende più mature. - spiega Alessandro Piva, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics - Ma il forte interesse per le soluzioni di analytics non corrisponde sempre a un cambio di rotta complessivo: sono ancora una minoranza le organizzazioni con una Data Strategy di livello corporate. Ora è necessario trasformare le organizzazioni nel profondo, creando ponti tecnologici, organizzativi e culturali tra le opportunità di analisi avanzate, le applicazioni intelligenti e le competenze e attività quotidiane dei lavoratori”.
Euronics Deutschland, uno dei principali retailer di elettronica di consumo in Europa, ha implementato con successo ZetesMedea ImageID sviluppata da Zetes – azienda tecnologica specializzata nell’ottimizzazione della supply chain – per ottimizzare il processo di evasione degli ordini presso il proprio centro logistico.
Webfleet, la soluzione Bridgestone per la gestione del parco veicoli riconosciuta a livello globale, ha lanciato Fleet Advisor, un nuovo strumento basato sull’intelligenza artificiale, progettato per semplificare, accelerare e migliorare il modo in cui i team che gestiscono le flotte accedono ai dati operativi e prestazionali e agiscono su di essi.
Dr. Vranjes Firenze, brand di profumi celebre per i suoi iconici diffusori d’ambiente, con l’ingresso in L’Occitane Group nel 2024 ha avviato un piano ambizioso di internazionalizzazione e lanci prodotto supportato dalla piattaforma digitale moderna e scalabile fornita da Impresoft Univerce.
Soti, azienda specializzata nella fornitura di soluzioni per l’enterprise mobility management (Emm), ha introdotto importanti aggiornamenti alla piattaforma Soti One con l’obiettivo di rispondere alle crescenti preoccupazioni dei retailer sul fronte della sicurezza.
AgriEuro, azienda specializzata nella vendita di macchine per l’agricoltura e il giardinaggio, è il vincitore assoluto della 14a edizione di Netcomm Award, il premio di Consorzio Netcomm nato con l’obiettivo di celebrare e valorizzare le realtà più innovative del digital retail italiano.
Loyalty & Reward Co, società di consulenza specializzata nel settore della fidelizzazione, ha rilasciato la pubblicazione “Loyalty Technology Solutions Directory 2025”, che analizza le tendenze emergenti e le soluzioni tecnologiche più avanzate che stanno plasmando il futuro del settore.
Secondo l’ultima indagine condotta da Metrica Ricerche per l’Osservatorio Non Food 2025 di GS1 Italy, gli italiani sono sempre più digitali, informati e riflessivi nell’approccio allo shopping di prodotti non alimentari.
Carlo Stradi, imprenditore e fondatore del Gruppo Custom, ha acquisito il 100% del capitale sociale di Custom, multinazionale italiana specializzata nelle soluzioni tecnologiche integrate per l’automazione dei servizi nei settori retail, hospitality, aviation, railways, e-government e industrial.
La crescente digitalizzazione del retail e della grande distribuzione ha aperto nuove opportunità, ma anche nuove vulnerabilità. Tra sistemi di pagamento, piattaforme e-commerce e gestione dei dati sensibili, la cybersecurity è oggi una priorità strategica per garantire continuità operativa e tutela del consumatore. Con Nicola Altavilla, director…
Seed, agenzia specializzata in Seo, Cro e web analytics, ha avviato una nuova collaborazione di rilievo con Tucano, storico brand italiano di accessori per il lavoro, il viaggio e il tempo libero, che prevede la realizzazione di un progetto strategico volto a potenziare la visibilità online e sostenere la crescita internazionale del brand.