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Le categorie delle startup italiane attive nell'agrifoodtech
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In Italia è boom dell’agrifoodtech con oltre 340 startup attive

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Eatable Adventures, tra i principali acceleratori globali nel settore delle tecnologie per la produzione e la trasformazione alimentare, ha realizzato il primo report sullo stato del foodtech in Italia, promosso da Verona Agrifood Innovation Hub.

Dall’analisi emerge che oggi sono circa 340 le startup attive nel settore agrifoodtech, un mercato che in Italia ha ricevuto un investimento pari a 167 milioni di euro nel 2023, contro i 152 milioni dell’anno precedente (+9,8%). Il Nord domina incontrastato il panorama delle startup: circa un terzo (30,5%) ha sede in Lombardia, seguita a ruota da Emilia-Romagna (11,1%) e poi da Piemonte, Veneto e Lazio, da cui ne provengono a pari merito circa il 10%. Inoltre, metà delle startup totali è nata tra il 2022 (25,3%) e il 2023 (22,8%): un fenomeno partito nel 2018 (7,6%) che, dal 2021 ha registrato una vera e propria impennata (19,1%), fino a toccare l’apice nel 2022.

Guardando alla composizione delle startup, team compatti da 1 a 5 dipendenti per circa il 69% del campione, fino a un massimo di 6-10 dipendenti per il 13%. Società con un’età media di 35,6 anni, agili, ancora da plasmare e sviluppare nel tempo, non senza la presenza fondamentale dei talenti femminili: ben il 32% delle startup è stata fondata da una o più founder donne, una variabile molto positiva se si considera che la media nazionale delle imprenditrici si attesta solo al circa il 10% del totale, mentre quelle con team misti non superano il 16%.

Tra le quattro le categorie individuate da Eatable Adventures nell’analisi le startup si concentrano principalmente nel segmento produzione e trasformazione alimentare (36%), seguito dall’agritech (22,3%), restaurant tech & delivery (22%) e infine retail & distribuzione (19,6%). Quasi la metà delle startup (il 43%) attive nella produzione e trasformazione alimentare si concentra sulla realizzazione di nuovi prodotti con ingredienti innovativi, mentre tra quelle attive nell’agritech il 33% ha sviluppato nuovi sistemi di coltivazione o sistemi di automazione delle colture (31,5%).

Guardando alle tecnologie più impiegate, l’intelligenza artificiale emerge come quella predominante, utilizzata dal 42,9% delle startup intervistate, seguono a ruota il machine learning con un tasso di utilizzo del 37,1% e le biotecnologie con uno del 32,4%. “L’Italia si sta impegnando sempre di più per dare risposte innovative alle pressioni del cambiamento climatico, della crisi energetica e dell’approvvigionamento delle materie prime – dichiara José Luis Cabañero, ceo e founder di Eatable Adventuresl’obiettivo è migliorare la competitività globale del Paese e mantenere il suo primato come eccellenza enogastronomica a livello mondiale”.